A novembre scorso ci è stato proposto di assistere alle operazioni di studio sull'avifauna che il personale dell'Ispra svolge periodicamente presso l'Oasi WWF di Persano (Sa). Ovviamente non potevamo perdere questa occasione e così abbiamo osservato da vicino le tecniche adoperate da chi svolge questo lavoro.

Il primo passo consiste nel posizionare le reti e le trappole per la cattura.

Le reti sono alte circa 3 metri,  disposte lungo un tratto di 50 metri, con una tensione non eccessiva, così da evitare che gli uccelli possano ferirsi.

Le trappole invece, non sono altro che speciali gabbie di rete metallica posizionate al margine del canneto dove gli uccelli, per lo più anatidi, sono attirati dalla pasturazione effettuata qualche ora prima.

Gli operatori sono appostati al capanno e, non appena la rete si muove, corrono (letteralmente) a recuperare l'uccello per effettuare tutte le misurazioni necessarie.

Il recupero degli individui all'interno delle gabbie avviene una sola volta, a distanza di qualche ora dalla pasturazione.

Le operazioni di misura vengono effettuate su piccoli gruppi di individui i quali, una volta tolti dalle gabbie, vengono sistemati in morbidi sacchi di juta dove, stando al buio, restano tranquilli per i pochi minuti di attesa necessari.

Appena recuperati, gli uccelli vengono pesati e misurati con estrema delicatezza e rapidità. Viene annotato ogni parametro utile: la specie, il sesso, il peso, la lunghezza del becco, lo stato del piumaggio e l'età.

Tutti questi passaggi nel complesso non richiedono più di 3-4 minuti, in questo modo lo stress causato agli animali è ridotto al minimo.

A questo punto viene applicato alla zampa il classico anello idetificativo che riporta i codici del luogo e del momento in cui è avvenuta l'operazione.

Gli uccelli, identificati e catalogati, sono ora pronti per la liberazione.

Questo è senza dubbio il momento più emozionante e in questa fase, eccezionalmente, ci è stato permesso di partecipare attivamente al rilascio di un'alzavola!